Herbarium Mediterraneum

119,462

600,000

1789

CAMPIONI

DIGITALIZZATI

EXSICCATA

CONSERVATI

EPOCA di

FONDAZIONE

+100

CAMPIONI

CARPOTECA

130

CAMPIONI

XILOTECA

1,400

CAMPIONI

SPERMOTECA

L'Herbarium Mediterraneum Panormitanum (acronimo PAL) dell'Orto Botanico dell'Università di Palermo  fu costituito nei primi anni del XVIII secolo. Le sue collezioni (piante vascolari, felci, muschi, epatiche, alghe, ma anche funghi e licheni) provengono, oltre che dalla Sicilia, da diverse parti del mondo: Australia, Africa, America centrale e meridionale, Europa, ecc. Insieme ai secchi d'erbario, esiste anche una collezione particolare di frutti conservati in alcol e di frutti secchi (carpoteca), una collezione di semi (spermoteca) e campioni di legno (xiloteca), risalenti ai primi del XX secolo.

L'Erbario attuale è una evoluzione recente degli erbari Generale e Siculo, originariamente separati, le cui collezioni erano stimate intorno a 200 mila campioni per l’Erbario Generale e 60 mila per quello Siculo. Oggi, a seguito di nuove raccolte e di alcune recenti acquisizioni, la sua consistenza viene calcolata in circa 600 mila esemplari.

Il materiale siculo consiste principalmente nelle collezioni fanerogamiche e crittogamiche di Vincenzo Tineo (1791-1846) e di Agostino Todaro (1818-1892). Vi figurano, inoltre, reperti di Bianca, Bivona-Bernardi, Borzì, Gasparrini, Gibelli, Gussone, Heldreich, Huet du Pavillon, Inzenga, Lacaita, Lehmann, Lojacono, Mandralisca, Minà Palumbo, Nicotra, Parlatore, Porcari, Ross, Sommier, Sorrentino, Strobl e Terraciano ma anche la collezione dello studioso vittoriese Girolamo Giardina (1943-2006), di recente donazione, che consta di circa 12 mila reperti.

Il materiale extrasiciliano è stato recentemente incrementato dalla donazione della collezione Greuter, circa 180.000 exsiccata provenienti da tutto il Mediterraneo e dall’Australia, che comprende l’erbario di A. Bras (Francia), dell’abate Gave (Alpi orientali) e di D. Pithos (Grecia). Questo si è andato ad aggiungere alle collezioni già presenti di Revenchon provenienti da Francia, Corsica, Sardegna, Creta, Spagna e Algeria; di Sintenis provenienti da Grecia, Cipro e Portogallo; di Heldreich dalla Grecia; di Gandoger da Spagna, Portogallo, Francia e Creta; di Murbeck dall'Algeria; di W. Schimper da Francia, Algeria, Egitto e Mediterraneo orientale, e di altre collezioni, sia storiche sia recenti.

Le collezioni crittogamiche sono rappresentate da circa 2000 alghe, 1600 licheni, 4700 briofite e da un migliaio di micro e macromiceti.

Relativamente alle alghe, la parte più consistente si riferisce al Mediterraneo, frutto degli scambi effettuati da Antonino Borzì negli anni a cavallo tra XIX e XX secolo.

La collezione lichenologica siciliana è appena rappresentata da meno di 100 reperti, in massima parte raccolti da Domenico Lanza all'inizio di questo secolo sulle pendici occidentali delle Madonie, mentre sono stati accertati in circa 1600 quelli dell'Erbario generale distribuiti nel secolo scorso e provenienti da collezioni come quella dell'Erbario crittogamico italiano e licheni gallici essiccati delle collezioni Mougeot, Carestia e Baietto.

Relativamente alle briofite, la collezione dell'Erbario è molto modesta, essendo costituita da 107 reperti (15 epatiche e 92 muschi) appartenenti a 64 specie. Si tratta principalmente di materiali di Tineo, Bivona Bernardi, Lojacono, Todaro e Nyman, provenienti dalle Madonie, da Ficuzza, dai monti di Palermo e dai dintorni di Messina. Ben più consistente è la collezione briologica dell'Erbario generale quantificata in circa 4700 reperti provenienti dalle collezioni di Todaro oltre che da quelle dei muschi gallici di Husnot, dell'Erbario crittogamico italiano e da una cospicua quantità di specimina inviati da U. Martelli, G. Weber, M. Schultze, A. von Wegener, S. O. Lindberg, F. Schultz, C. Warnstorf, ecc.

Per quanto attiene alle collezioni micologiche, significative sono quelle di Beltrani, Passerini, Caldesi, Rabenhorst, e di de Thumen.

 

L'Erbario è attualmente ospitato in alcuni edifici adiacenti all'Orto Botanico. La struttura, di circa 600 metri quadrati, è articolata in una ampia zona dotata di particolari armadi, profondi e strutturati in blocchi di scaffalature semoventi dove si conservano gli exsiccata (campioni vegetali conservati mediante pressione ed essiccamento e fissati su un cartoncino), una piccola biblioteca e un laboratorio di supporto all’attività di conservazione dei reperti, completo di camera di disinfestazione, celle refrigerate, zona di preparazione e manutenzione dei campioni.

Negli ultimi anni, oltre ad ammodernare la struttura e i laboratori, l’Erbario si è anche dotato di una moderna infrastruttura informatica finalizzata alla realizzazione del cosiddetto "Virtual Herbarium", erbario digitale. Così come sta avvenendo nei più importanti erbari europei e in quelli di gran parte degli altri continenti, anche l’Erbario di Palermo ha avviato la costituzione di una banca dati consultabile online, inerente ai campioni in esso conservati. Un archivio di schede contenenti i dati relativi alle targhette cartacee dei reperti (denominazione tassonomica, data, località, quota, habitat di raccolta, raccoglitore e determinatore), ma anche un archivio di immagini relative a ogni singolo campione, acquisite attraverso un particolare scanner.

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